The 100 è una serie televisiva statunitense, diretta da Jason Rothenberg, che si basa sul romanzo scritto da Kass Morgan, ma qui in Italia non è ancora stato tradotto e forse mai sarà pubblicato.

Una guerra nucleare ha distrutto il pianeta Terra, e i sopravvissuti si sono riparati in una stazione spaziale, l’Arca, per garantire la sopravvivenza della specie. La vita sull’Arca è molto severa, esistono leggi rigide e chi trasgredisce paga con la propria vita, facendo un volo nello spazio. 97 anni  sono passati da quel giorno che ha messo fine al nostro pianeta e adesso il tempo sta per scadere. La popolazione sulla stazione spaziale sta continuando a crescere, mente le risorse sono sempre più limitate.  I membri del consiglio vedono come unica alternativa provare a mandare sulla Terra 100 minorenni, tutti colpevoli di crimini, per vedere se il pianeta è tornato a essere abitabile.
Quello che nessuno si aspetta è che, sì, sulla Terra c’è la possibilità di sopravvivere, ma si trova in uno stato primitivo e selvaggio. E poi… non sono soli.

Mi sono avvicinata a questa serie in punta di piedi e mai mi sarei aspettata un tale coinvolgimento. In rete circolavano le prime foto e commenti entusiasti, così ho deciso di provare a guardare tre episodi e poi valutare se continuare o meno. Sarò sincera, i primi due mi erano piaciuti ma non del tutto ed è dal terzo che è iniziata la modalità dipendenza da The 100.
Questa serie è stata presentata come una “copia” di Lost ma in versione teen, e poi l’ambientazione post-apocalittica mi ha sempre affascinato. Ancora più curiosa è l’idea di inviare sulla Terra un gruppo di 100 ragazzini con dei precedenti, quindi già poco ubbidienti alle regole dell’Arca, e costringerli a vivere insieme e collaborare. Diventa inevitabile che un gruppo abbia bisogno di guide per la sopravvivenza, di qualcuno che possa gestire la situazione e assegnare ruoli ben precisi.
E se una di queste guide fosse una donna? The 100 è forse uno dei pochi telefilm che ho visto e che conosco dove le donne hanno una marcia in più. Ogni ragazza tira fuori tutta la sua grinta e determinazione per combattere e spesso i maschi hanno ruoli secondari a loro. Non sono femminucce che si piangono addosso ma lottano. Possono avere i loro momenti di debolezza ma sono di breve durata, non hanno il tempo per lamentarsi e non lo fanno. Sono guerriere nate senza sapere di esserlo.
Tralasciando Clarke, ho un debole per il personaggio di Octavia. Forse perchè ho fin da subito fatto il tifo per la sua storia d’amore con Lincoln.


The 100 è un telefilm pieno di colpi di scena e di perdite inaspettate. Un po’ come Grey’s anatomy, anche qui ci si trova spesso spaesati per delle scelte. Ogni scelta è fatta in funzione alla sopravvivenza non del singolo ma della comunità, scelte difficili che vengono fatte per poter andare avanti. A differenza di altre serie qui la morte è morte, non c’è la speranza di un ritorno e questo rende molto più credibile l’intera storia. Non c’è spazio per i sentimenti e questa seria è la dimostrazione che non servono triangoli amorosi o scene di sesso per tenere alta l’attenzione. Certo, qua e là veniamo accontentati ma non è su questo che si basa la serie. Anche se io attendo ancora la “famosa” coppia Clarke- Bellamy.

The 100 può essere presentato come un telefilm per ragazzi ma in realtà è molto di più. Racchiude una serie di contenuti e di messaggi che sono per un pubblico più adulto, tutta la parte dell’Arca, la parte su Mt. Weahter è più di una storiella per ragazzi. Si affrontano temi importanti, si cerca l’uguaglianza tra i popoli e una pace che non potrà mai esserci. Ogni popolo si è adattato a un sistema interno per sopravvivere che non può accettare altre regole. E non c’è speranza di poter far cambiare le idee e di ritornare a popolare un pianeta basato sulla tolleranza tra popoli.

Le prime due stagioni hanno lasciato tanti punti di domanda che spero troveranno risposta con la terza serie. Abbiamo visto personaggi maturare nel corso degli episodi e altri affrontare brutali scelte che li rincorreranno per tutta la vita. Ogni personaggio ha qualcosa da dire, ogni personaggio è stato ben caratterizzato e ha avuta una sua importanza all’interno delle due stagioni. The 100 è una serie ricca di personaggi, perchè li racchiude in più gruppi, spaziando da quelli dell’Arca, ai 100 ragazzi, ai terrestri, ai mietitori, e alla popolazione dentro Mt. Weather, e questo rende ancora più difficile individuare l’andamento della storia, prevedere colpi di scena e cambiamenti di personalità. Vi assicuro che è una serie dove continuerete a ricredervi su tanti personaggi e non capire più qual è la scelta più giusta o sbagliata da prendere.
Una serie che ho ADORATO e che non so come farò ad attendere tutti questi mesi per scoprire cosa accadrà. Soprattutto dopo un finale tanto aperto che porta la fantasia a fare viaggi assurdi e prevedere eventuali svolgimenti.
Voi avete seguito questa serie? Piaciuta?

 

Lucrezia Scali
Written by Lucrezia Scali

    1 commento

  1. Rosie 24 Aprile 2016 at 15:38 Rispondi

    La prima serie l’avevo vista tutta d’un fiato. La seconda, a causa dell’orario astruso in cui la fanno, la sto guardando in streaming. Anche io, come te, ho amato Octavia fin dall’inizio. Intendo proprio da quando era sull’Arca, con la madre e suo fratello (tra le altre cose nemmeno tanto male) che han cercato di proteggerla fin dalla nascita. Per me è come se fosse stato un segno, quella povera bambina clandestina era destinata a far grandi cose.

    Appena avuta l’occasione non mi son fatta scappare il romanzo, devo ancora leggerlo ma è uno tra le prossime letture sicuramente. Spero solo che non sia auto-conclusivo ma che si muova al pari della serie TV e che non sia eterno come Il trono di spade cui non prevedo una fine nè sui libri nè in televisione… per quanto io ami il genere e i personaggi è davvero troppo troppo lungo!

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