Ti prendo e ti porto via è il mio libro di “iniziazione” con Ammaniti. Amici, lettori e sconosciuti me l’avevano consigliato, incitandomi con frasi del tipo “Leggiti Ammaniti” o “Vedrai che ti piacerà” e, infatti, così è stato.
Non sarà il primo e l’ultimo che leggerò di questo autore, infatti, ho già in via di arrivo, se le poste si muovessero, Come Dio comanda, altro romanzo di Ammaniti che promette qualcosa di buono.
Ammaniti mi ha convinta. Ha saputo dare vita a un romanzo dal sapore interamente italiano, che punta a raccontare la storia di due protagonisti in modo avvincente e ricco di sfaccettature.
Fin dal primo capitolo si è nel vivo della storia, e Ammaniti dà voce ai due protagonisti principali: Graziano e Pietro, anche se attorno alle loro figure ruoteranno quelle di molti altri personaggi.
Ischia, anni 90.
Graziano è un donnaiolo, sicuro di sè e con l’ossessione di fare ritorno al suo paese natale, mentre Pietro è figlio di una mediocre famiglia, studente e innamorato perso di una sua compagna di classe.
Sono due protagonisti completamente diversi tra di loro, le loro vicende si smuovono su due binari paralleli, ma che troveranno un punto d’incontro verso la fine.
Il romanzo si apre con la bocciatura di Pietro Moroni, e da qui un successivo flashback di circa sei mesi, dove l’autore andrà a raccontarci le vicende che hanno portato alla sua bocciatura e altre situazioni.
Ammaniti spacca il libro in due storie d’amore: quella tra Graziano e Floria, e quella tra Pietro e Gloria.
Due storie diverse e vissute in maniera differente, una è il frutto di una passione nata tra i banchi di scuola, mentre l’altra è la riscoperta della fiamma dopo anni di delusioni del passato.
Il punto di forza di questo autore è che sa quello che scrive. Voi direte “Beh, è il lavoro di uno scrittore”… eh, no. Esistono mille scrittori che raccontano le loro storie senza capo nè coda, storie insulse che potevano benissimo non essere scritte. Ammaniti è bravo in quello che fa. Riesce a narrare una storia principale, con storie del passato che coinvolgono altri personaggi, e il tutto si intreccia alla perfezione. Ogni personaggio, principale o secondario, è ben caratterizzato e reso reale grazie alle descrizioni che esaltano sia i pregi che i difetti, sia la parte buona che quella cattiva dell’animo umano.
Ammaniti è diretto, crudo, vuole creare disagio con le sue descrizioni realistiche e i suoi contenuti sono molto forti, spesso come un pugno allo stomaco.
Non vuole trattenersi e “sputa” in faccia diversi temi attuali, attraverso le situazioni narrate e non utilizza filtri letterari. La realtà ce la racconta così, senza limiti e utilizzando, molto spesso, un linguaggio forte e volgare.
Il finale è ricco di colpi di scena, un’altalena tra romance e giallo che si mescolano insieme e ci regalano un “the end”imprevedibile e inaspettato.
Ma va bene così, questo è lui. Questo è Ammaniti.
Ciao Lucrezia, mi piace molto il tuo nuovo angolino!!!
Ho amato tantissimo questo romanzo, anche perché lo iniziai con pochissime aspettative, e invece mi piacque un sacco!! L’avrò letto otto-nove anni fa eppure il suo ricordo non si è totalmente sbiadito e sogno di andare nelle terme naturali di Saturnia, prima o poi!! *_*