Ogni notte mi aspetta un libro sul comodino, si trova lì, sopra a una pila di altri libri terminati che per pigrizia non ho ancora avuto tempo di sistemare. So che mi terrà compagnia per una buona ora, ma che possono diventare di più se la storia sarà in grado di rapirmi. Non escludo che, in caso di delusione, spegnerò la luce dopo una manciata di minuti.
Mi siedo sul letto, sfilo le ciabatte, mi tuffo sotto la coperta e sistemo due cuscini dietro la schiena. Luca ha il potere di addormentarsi dopo la parola buonanotte, con quella buffa mascherina che gli ho regalato per proteggersi dalla luce. Il giusto compromesso che abbiamo trovato per poter leggere senza svegliarlo.
Sentimi è già pronto per essere sfogliato, il viso di una ragazza gentile sulla copertina mi invita ad aprirlo. E così faccio.
Solo quando inizio a sentire gli occhi pizzicare e l’accumulo di un po’ di stanchezza, mi rendo conto di essere arrivata a pagina 90 senza alcuna fatica. Come se avessi fatto un’unica tirata, ma con una piccola riserva di ossigeno ancora nei polmoni.
Questo mi ha fatto capire che avevo tra le mani una perla rara, un pezzo unico che da solo non aveva gran valore, ma che era indispensabile per formare una collana. Proprio come le voci di donna che la compogongono. La storia raccontata da Tea Ranno è come il vento che ti scompiglia i capelli, ma in questo caso ti sposta il cuore. Sentimi non è solo un titolo messo a caso, ma è la parola più ripetuta in tutto il romanzo. Quella parola che sta alla base di tutta la narrazione.
La storia ha inizio di notte, quando il buio si affaccia alla tua finestra e sembra che tutto sia amplificato. La nostra scrittrice è tornata da poco in Sicilia e lì, nel suo paese, una nebbia inaspettata e fitta l’avvolge come una coperta, per confortarla e prepararla a quello che succederà.
Sentimi è la prima parola che arriva alle orecchie della scrittrice. Una parola sussurrata da una voce di donna che ha scelto lei per raccontare la sua storia. Ma sentimi diventerà presto, il modo di presentarsi di tutte le altre donne, dei fantasmi che cercano pace e non se ne andranno da lì finchè non si svuoteranno la testa, il cuore, e la bocca di quello che le tormenta.
Sono tante le voci che accompagnano questo romanzo, sono le voci di donne che vogliono raccontarsi, intrecciate tutte da un unico filo conduttore: Adele, una bambina senza colpe, se non quella di essere il frutto di un tradimento.
L’autrice è in grado di raccontare una storia dentro l’altra, come se avessimo tra le mani una matrioska che continuiamo ad aprire per trovarne un’altra, e un’altra ancora. Sono storie ricche di dolore, di rabbia, di passione, di orrore, di coraggio e di sventura. Sono le storie di donne che, colpevoli o no, hanno combattuto per valide ragione, per principio, per salvarsi, per salvare o per essere salvate.
Sono mogli, madri, figlie, amanti, amiche, e molto di più, sono donne capitate nel posto sbagliato nel momento sbagliato, o anche nel posto giusto al momento giusto.
L’ambientazione siciliana fa da cornice all’intera vicenda che si manifesta in una notte, anche se i ricordi delle donne regalano al lettore una storia senza tempo.
Come ho accennato prima, fino a pagina 90 il mio entusiasmo era palpabile nell’aria, ma qualcosa poi è cambiato. Non che il libro non meriti tante belle parole, ma ho avuto una reale difficoltà nel seguire il filo conduttore. Ho continuato a leggere senza dare troppo peso a nomi e intrecci, per non rallentare la lettura, ma poi finivo continuamente a tornare qualche pagina indietro per ricordarmi i nomi, chi aveva fatto cosa e chi aveva detto cosa. Sicuramente è un mio limite, quello di non amare i libri a più voci, o comunque con troppi nomi da ricordare. Questa pecca non ha comunque tolto niente alla potenza del romanzo che resta comunque una forza che si porta dietro i detriti accumulati nel tempo. Resta un grande punto di domanda il finale e l’utilizzo della scrittrice come mezzo per dare voce alle donne. Fino alla fine mi aspettavo un colpo di scena che non è arrivato, ho anche azzardato un’idea alternativa della figura della scrittrice. Tolto questo, resta un romanzo che consiglio a tutte le donne in ascolto.
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