Il nuovo lavoro di Sara Rattaro cambia “confezione” e viene lanciato in libreria dalla casa editrice Sperling&Kupfer. Una copertina che non passa di certo inosservata neanche a guardarla con occhi distratti. Si gioca con il viso di una donna, accarezzandolo con pennellate di colore come se fosse baciato da un arcobaleno, e un titolo musicale che si fa ricordare in mezzo a tanti.
Si sa, l’autrice non sceglie mai la via più semplice per raccontare una storia e le sue protagoniste sono sempre donne imperfette, incomplete, con una borsa piena di bugie e di segreti, e intrappolate in una “prigione” che, in parte, si sono scelte. Si proteggono dietro uno strato di trucco che, poi, basterebbe una pioggia estiva per farlo cadere giù e mostrare la propria natura.
Questa volta tocca a Giulia, una donna divisa in due come la metà perfetta di una mela. Una parte rappresenta la sicurezza, la moglie devota, la figlia che acconsente, dall’altra parte c’è il rischio, l’emozione, le braccia di un amante pronte a sorreggerti. All’improvviso, in seguito a una bizzarra fatalità, si trova in una corsia dell’ospedale a dover scegliere quale ruolo recitare. In un piano c’è suo marito Emanuele e in un altro c’è Federico, il suo amante. Però, in quei piani, ci sono altre due presenze scomode: la madre di Giulia e la moglie di Federico.
Non è facile affrontare la realtà tutta d’un fiato e, soprattutto, per un assurdo scherzo del destino che sembra più un karma che ritorna indietro. Ci vorrebbe una bacchetta magica per riportare le cose a com’erano un tempo, per poterle assaporare con più lentezza e consapevolezza. Giulia è un personaggio che si protegge grazie a un muro che ha costruito fin da ragazzina, non vuole mostrare le sue fragilità, non vuole affrontare gli ostacoli della sua vita.
Lei preferisce trovare strade alternative per negare l’evidenza e per poterla accettare. Ha bisogno di emozioni forti, capaci di annullare tutto quello che, nella sua vita, non va. Perchè le ferite, per quanto tu possa nasconderle, sai sempre dove trovarle. Il tuo indice indicherà i punti, il tuo cuore aumenterà il battito, il cervello riporterà a galla i ricordi.
L’amore addosso è l’onda che ti travolge quando sei ancora troppo lontana dalla riva, che ti lascia senza aria nei polmoni e con una manciata di pensieri, ma che poi ti spinge fino in superficie. Se tu lo vorrai. Perchè l’amore chiede fiducia, obblighi e responsabilità. Non sono brutte parole. Quando nasce una relazione cambiano le priorità, e il centro del tuo mondo diventa uno specchio: da un lato ci sei tu e dall’altra parte l’uomo che hai scelto. Sta a te decidere chi e come sarà il tuo riflesso.
La prima metà del libro ha saputo conquistarmi. Con tutte le sue imperfezioni, con tutti i suoi segreti, le bugie, lo spaccato di una realtà scomoda. Sono stata avvolta da un vortice di avvenimenti che mi ha fatto provare emozioni contrastanti. Uno dei pregi della penna di Sara Rattaro è quello di calarsi nelle vite di tutti noi, di mettersi al nostro livello e di non fornire pillole di saggezza non richieste. Parla d’amore ma senza essere prevedibile, lasciando i suoi personaggi liberi di poter sbagliare e di riprendere in mano la propria vita.
Siamo talmente così abituati a non farci carico del dolore degli altri perchè, in fondo, mica è il tuo. Non pensiamo mai che qualcosa di brutto possa capitarci e poi, quando succede, non abbiamo gli strumenti giusti per affrontarlo. Siamo alle prime armi, piccoli pesci in un mare chiamato vita. Pronti a schivare pescatori, ostacoli e pesci più grandi di noi. Si chiama sopravvivenza, quella di Giulia. Rimettere al loro posto quelle tessere di un puzzle mai completato
Però, purtroppo, la seconda parte non ha mantenuto le premesse. Se Giulia e Federico erano il pezzo vincente della storia, con troppa facilità, questa storia, è finita nel dimenticatoio. Non sono riuscita a digerirlo. Come non sono riuscita a digerire la facilità con cui si è arrivati alla fine. Da una storia così complessa, così vincente, così forte, mi aspettavo un crescendo fino alla parola fine. Probabilmente parla la “Lucrezia lettrice”, quella parte più esigente che deve soddisfare la sua sete di lettura. Perchè la “Lucrezia persona” non ha niente da obiettare o da condannare alla nostra protagonista. Ognuno si crea la propria vita e se ne assume le responsabilità.
L’amore addosso ci racconta quanto può essere pesante un segreto inconfessabile, quanto può essere difficile portarlo avanti con il tempo. Perchè arriva sempre quel momento, prima o poi, dove la verità sarà l’unico nostro appiglio.
«Vogliamo sapere la verità. La desideriamo più di ogni altra cosa. Frughiamo nelle tasche e controlliamo umori e telefonate. Lo facciamo perché siamo convinti di poterla affrontare e, se questa sembra sfuggirci, ci intestardiamo come muli senza prendere in considerazione che forse sarebbe meglio non sapere»
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