“Una perdita ti cambia, ti sposta qualcosa dentro, e chiude a chiave la tua via d’uscita. Solo il tempo potrà aiutarti. Leccherà le tue ferite e aiuterà ad annebbiare qualche ricordo per darti respiro. Lui non è tuo amico, il tempo non lo è mai, ma farà del suo meglio per rendere quel che resta del tuo viaggio meno doloroso.”
Bianco accecante, un bosco innevato che si riflette in uno specchio d’acqua, una ragazza malinconica che cammina con lo sguardo rivolto in basso. Non chiedermi mai perché non è solo un titolo, ma la risposta a tutte quelle domande scomode, spesso anche taglienti che ci rivolgono o, in alcuni casi, che rivolgiamo a noi stessi.
A volte è solo una questione di tatto, a volte è solo avere risposte che non esistono, che nessuno può darci.
Perché a me? Ecco la domanda che Ottavia, la protagonista del mio ultimo romanzo “Non chiedermi mai perché“, continua a ripetersi ogni giorno. Ma Ottavia può essere te, può essere me, può essere noi. Sono sicura che, almeno una volta nella vita, ci siamo posti questa domanda. Magari per qualcosa che, con il tempo, si è rivelata essere una stupidata o, magari, una cosa seria che ha smosso qualcosa dentro di noi.
Siamo fondamentalmente egoisti, sempre pronti a salvaguardare il nostro benessere e le nostre priorità, o perdere tempo a desiderare quello che hanno gli altri. Il detto “l’erba del vicino è sempre più verde” si sposa a perfezione con questo pensiero, perché andiamo a perdere di vista le cose belle che abbiamo, quella “normalità” che spesso stufa ma che, invece, sarà la nostra forza. Poco ci importa se il vicino il giardino non ce l’ha, ci passiamo sopra, ed è proprio questo il punto: e se quel vicino fossi tu?
Scrivere questa storia è stata l’esperienza più terapeutica che abbia mai affrontato. Non per altro ho impiegato quattro anni per portare a termine una storia che non voleva decollare. Almeno fino all’anno scorso. Arriva per tutti, prima o poi, un momento che ti mette alla prova, che ti chiede più di quello che sei in grado di sopportare, ma poi ti renderai conto che tu eri più forte. Perché tu sei forte.
Il lutto è una delle esperienze più strazianti, qualcosa che non abbiamo scelto, qualcosa che porta così tanto dolore da non riuscire a contenerlo. Ti sembra di impazzire, tutto ti ricorda quella persona, tu non sei più la persona di prima. Per quanto possa far male, sappiamo che non tornerà più indietro. Solo il tempo potrà aiutarci, deforma un po’ le cose, ma non i ricordi.
Però alcune cose non passano mai, o almeno non senza la generosità e l’altruismo. Solo nel nostro paese c’è una lista infinita di persone che sono in attesa per un trapianto e, giorno dopo giorno, iniziano a spegnersi davanti a un telefono che non suona mai.
Solo per una volta, proviamo a guardare quel vicino che è senza giardino. Proviamo a entrare in punta di piedi nella sua stanza e restare fermi sulla porta. Scopriremo che le forze iniziano ad abbandonarlo, che la speranza è l’unica cosa a cui si aggrappa per poter sorridere alla sua famiglia, perché a volte l’amore non sempre può salvarci.
La storia di Ottavia è pura fantasia, non mi sono ispirata a fatti realmente esistiti, ma in fondo non sono andata poi così lontano da quella che è la verità. Il nostro presente. Di certo io sono una goccia nel mare, come lo sarà anche il mio romanzo, ma vorrei far riflettere tutte quelle persone che sono indecise o che, magari, non ne avevano mai sentito parlare. Solo perché non è toccato a voi, non significa che non c’è alcun problema. Perché esiste e i numeri fanno paura.
Informatevi, pensateci, riflettete e poi fate la vostra scelta. Ricordatevi che donare gli organi resta una scelta consapevole e di solidarietà per salvare delle vite. Perché una morte porta sempre una nuova vita. Luce e buio, perché è così che si viene al mondo e così che si muore. La vita è un dono talmente grande che non può essere sprecato così, un po’ per paura e un po’ per egoismo. Basta davvero così poco per fare la differenza.
Avete diversi modi a disposizione per esprimere la vostra volontà sulla donazione di organi e tessuti.
Recandovi presso qualsiasi centro ASL per essere inseriti nel sistema informativo trapianti.
Nei Comuni al momento del rinnovo della carta di identità.
Iscrivendosi all’associazione AIDO.
Compilando una delle tessere distribuite dalle associazioni di settore e poi conservarla tra i documenti personali. Il tesserino Blu del ministero (scaricabile qui ) o scrivendo la propria volontà su un foglio bianco con data e firma.
Leggetelo, emozionatevi, scegliete.
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