Torino è una città magica, basta concedersi una passeggiata senza fretta per lasciarsi incantare dai numerosi spazi verdi, dai giardini, dalle piazze e da opere architettoniche dal fascino indiscusso.
C’è sempre qualcosa da fare e da vedere e, se abitate a Torino, sono certa che vi sarà capitato di imbattervi in almeno una delle romantiche e magiche sculture che popolano la città. Non c’è firma, spuntano all’improvviso e regolarmente vengono spostate, così da garantire l’effetto a sorpresa per i residenti e per i turisti. Ora sappiamo che dietro queste opere meravigliose si nasconde il talento di Rodolfo Marasciuolo, il giardiniere-artista del comune di Torino che, oltre il suo lavoro da dipendente pubblico, regala una seconda vita a vecchie panchine vandalizzate, pezzi di grondaie e ponteggi, bici arrugginite e altri oggetti di recupero.
Tutto ciò è incredibilmente affascinante. Basta quel pizzico di magia per rendere la quotidianità meno soffocante e per stupire ogni passante, con la stessa emozione dei bambini che, quando lo stupore è troppo, spalancano gli occhi e la bocca.
Una delle opere più famose e, forse, quella più “instagrammata” è la panchina degli innamorati nel Giardino Roccioso del Parco del Valentino, dove due lampioni si godono un momento di intimità e di tenerezza. Una testa appoggiata su una spalla immaginaria ed è subito amore.
Ma non finisce qui. Basta spostarsi di qualche metro per far battere il cuore a qualsiasi donna che crede ancora nell’esistenza delle favole. Come resistere alla tentazione di baciare il rospo per vedere se si trasforma in un principe?
Ogni opera di Rodolfo Marasciuolo è un balsamo per il cuore. Ed è come se lui ci mostrasse il suo mondo, quello del suo laboratorio, popolato da farfalle, gatti in cerca di attenzioni, figure magiche, lumache e storie ancora da raccontare. C’è tanto amore, tanta passione, tanta cura per tutti quei dettagli che spesso non notiamo. Ritorniamo bambini, pronti a far volare la fantasia e a sorridere davanti all’obiettivo. Perché è inutile girarci attorno, è impossibile non scattare una fotografia da condividere sui social o tenere come ricordo.
Una delle mie preferite è senza dubbio la fata-lettrice, che appende le sue ali per dedicarsi meglio alla lettura. Un esempio di come magia e realtà si mescolano insieme, rendendo più umano un personaggio di pura fantasia. I libri sono di legno, lo stesso legno recuperato dalle panchine vandalizzate della città di Torino.
La storia sicuramente più affascinante è quella che troviamo al giardino Lamarmora, dove il nostro artista ha pensato di raccontare una storia d’amore a puntate. Sono quattro opere, una per ogni stagione dell’anno. Riusciranno i nostri personaggi a incontrarsi e innamorarsi?
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