Esistono libri che non avresti mai preso in considerazione, magari quelli che rimbalzano in ogni profilo social e che ti causano il mal di testa solo a vederli. Esistono, ogni giorno la rete è presa d’assalto da nuovi best seller che ti spingono a leggere, a volte è una vera e propria strategia di marketing mentre altre è semplicemente amore. Ho iniziato questo romanzo con molti pregiudizi, forse fin troppi, è il mio modo di proteggermi quando un libro viene osannato a tal punto da infastidirmi anche solo la copertina. Mi sono messa comoda e ho cominciato ad assaporare le prime pagine, fin da subito ho avuto il presentimento di trovarmi di fronte a un libro che prometteva delusione. Penso che sia la cosa che spaventa di più ogni lettore, investire tempo e passione in qualcosa che poi non ci lascia niente, se non amarezza. Le prime pagine non mi convincenvano, sentivo già nell’aria qualcosa che non prometteva nulla di buono e poi tutto è cambiato. The hate u give non è un libro per tutti e non è un libro che si può consigliare a cuor leggero. La trama, forse, non racconta nulla di nuovo e, quindi, diventa ancora più complicato raccontare qualcosa di vero in un romanzo destinato a lettori “giovani”. Si rischia di cadere nell’ovvio, di banalizzare quello che in realtà richiede attenzione, cura, intelligenza e delicatezza.
Starr è la nostra protagonista, una giovane ragazza di colore che si trova a dividersi tra i banchi di scuola di una prestigiosa scuola e tra la polvere del quartiere in cui è nata e cresciuta. Una vita divisa tra l’apparire e l’essere, tra l’interpretare e vivere due ruoli totalmente diversi. Tutto cambia quando assiste all’uccisione del suo migliore amico per mano di un poliziotto, e tutto viene messo in discussione.
The hate u give è, come vi dicevo, un romanzo che affronta diverse tematiche attuali e davvero forti, come il razzismo, la giustizia, il pregiudizio, il coraggio e lo fa mettendo in luce, ma senza giudicare, lo spaccato di una quotidianità che tocca un po’ tutti. Chi più e chi meno. Leggi un romanzo, ma in realtà leggi il racconto di una storia vera, di qualcosa che succede ogni giorno da qualche parte del mondo. E fa male, troppo male. Credo che, per via dei temi trattati e del linguaggio usato, non riesca ad arrivare a tutti nello stesso modo. Inutile negare, nonostante gli aspetti positivi, la mancanza di empatia verso alcuni personaggi e il dimenticarsi in fretta di loro dopo qualche pagina. Siamo di fronte a una protagonista adolescente, che è in contatto con suoi coetanei, e questo crea un muro per chi ha qualche anno in più, come se non riuscisse totalmente a calarsi nei suoi panni. Tolti questi aspetti, del tutto personali, trovo che il successo sia quasi del tutto meritato e il romanzo godibile e di buona compagnia.
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