La principessa che aveva fame d’amore è un piccolo tesoro che ogni donna dovrebbe avere e conservare in un luogo sicuro. Qualcosa da sfogliare al momento del bisogno, qualcosa che ci ricordi che il vuoto non si placa con qualsiasi cosa, che per ogni tipo di fame esiste la sua ricetta. Forse gli insegnamenti che abbiamo accumulato nel corso della nostra vita non sono sempre così utili quando si parla d’amore. Essere belle, brave e ubbidienti non significa che saremo amate di più, anzi… cambiare quella che è la nostra natura per farsi piacere dagli altri è la cosa più sbagliata che possa esistere. Perchè? Perchè la vera natura salta sempre fuori, vogliamo abbagliare gli altri con una luce che non viene da dentro di noi, resta qualcosa di artificiale. Migliorare sì, ma nascondersi dietro una facciata per farsi amare, quello no.
Un libro che richiama la favola, ma in chiave moderna e trattando tematiche forti e attuali. Scritto dalla psicologa e psicoterapeuta Maria Chiara Gritti, La principessa che aveva fame d’amore è un libro che si divora in pochissime ore e che racconta di sentimenti autentici.
Questo percorso viene affrontato utilizzando l’idea della moltitudine di pani con cui dobbiamo sfamare gli altri, ma anche trarne nutrimento per noi stesse. Ogni tipo di pane ci condurrà verso un sentimento diverso, bisogna imparare a riconoscere quello più adatto per sfamare la nostra fame d’amore.
Non nego che, anche se di anni ne ho 31, mi sono emozionata percorrendo insieme ad Arabella infiniti anni, chilometri e svariate esperienze.
Arabella è una di noi, una donna che sente un vuoto dentro e cerca di colmarlo cercando quell’affetto da altre persone. Spesso per la fretta di essere amate, per sentirsi amate, c’è il rischio di non vedere oltre la facciata di una persona, soffermandoci su quello che NOI vogliamo vedere. Basterebbe davvero poco per buttarla giù e dare un’occhiata a cosa davvero potrebbe offrirci. Tutti abbiamo bisogno di essere amati e di amare, perchè è il sentimento che sta alla base di ogni piccola cosa che regge questo mondo. L’amore non conosce il significato del verbo accontentare, perchè è un sentimento talmente grande e autentico che non si può accettarne di meno. Se iniziamo a farlo per amore, rischieremo di accontentarci di qualsiasi aspetto della nostra vita e a viverla senza più provare piacere per ogni cosa. Senza più provare amore per noi stesse.
Pensavo di trovarmi di fronte a un libro che volesse impartirmi suggerimenti sull’amore, magari attraverso degli esempi di vita pratica, ma in queste pagine c’è molto di più. Sarà che l’autrice entra in punta di piedi nel nostro cuore, si fa spazio grazie a un personaggio che ricorda quello delle nostre amate principesse, sarà che la narrazione simile alla favola è capace di sciogliere la bambina che è dentro ognuna di noi.
In un modo tenero, delicato e semplice, viene affrontato il tema della dipendenza affettiva, di innamorarsi di chiunque solo per il bisogno di amare, e di come ognuna di noi può uscirne.
L’autrice parla di questa “fame d’amore” e la paragona a un buco nello stomaco, a una voce forte e chiara che chiede la massima attenzione. Così tanto che rischia di annullarci. Spesso è la famiglia stessa a non fornire gli ingredienti giusti per preparare il pane dell’amore, e la curiosità di conoscere la ricetta ci spinge a fare follie. Sarà la bussola, quella parte dentro di noi che ci conosce meglio di chiunque altro, che sa di cosa abbiamo bisogno, che ci condurrà verso la strada giusta. Quella voce, chiamiamolo sesto senso, che fa parte di noi e che dovremmo ascoltarlo un po’ più spesso.
Assolutamente da leggere!
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