Virginia Macgregor non è una sconosciuta, almeno per me, dal momento che avevo già apprezzato il suo precedente romanzo Quello che gli altri non vedono e mi aveva conquistato grazie a una storia dolce, speciale e toccante.
Avevo alte aspettative con questo suo nuovo romanzo, anche se devo ammettere che a primo impatto la copertina mi ha ricordato più un fantasy, ma questo resta un mio pensiero visto che la sinossi ha spazzato via ogni dubbio.
Questa incredibile storia è raccontata attraverso più punti di vista, ogni personaggio ha voce in capitolo e regala al lettore una visione più ampia dell’intera vicenda. Leggeremo di una madre biologica, Norah, che un giorno decide di abbandonare suo marito e le sue due figlie -tra cui una di poche settimane- per sempre. Esce da quella porta con un modesto bagaglio e lascia un biglietto con due semplici ma forti parole: Non cercatemi.
Leggeremo della speranza di Ella, una delle sue figlie, che non ha mai smesso di cercare la sua vera madre e attendere un suo ritorno. Leggeremo della piccola Willa, cresciuta da Fay, la migliore amica di Norah, che lei ha sempre chiamato mamma.
Conosceremo una “nuova” coppia, quella formata da Adam, il padre, e Fay. Sono passati esattamente sei anni da quel momento e ognuno è andato avanti per la sua strada, come meglio poteva, costruendosi una nuova felicità e una nuova accettazione della realtà dei fatti.
Un giorno, così all’improvviso, Norah ritorna nelle loro vite, sperando di poter trovare ancora il posto che aveva lasciato… ma è più complicato del previsto. La tempesta che spazza via tutte le certezze e poi la quiete, ricostruendo un po’ alla volta tutto quello che è stato portato via, e poi di nuovo la tempesta. Questo è l’effetto Norah, potrebbe dare il suo nome a un uragano, perchè lei non tiene insieme le cose ma le separa.
L’incredibile ritorno di Norah Wells è un romanzo scorrevole ma potente, tiene incollato il lettore fino alla fine ed esplode con tutta la sua potenzialità, nel cuore e nella testa. Affronta tematiche importanti, di quelle che possono spaccare in due i lettori, e lo fa con una naturalezza, con una delicatezza e un’intensità che ti colpisce fin dall’inizio. La sua penna ha qualcosa di magico, speciale, che riesce a catapultarti all’interno di quella casa e osservare i suoi abitanti. C’è tutto quello che più mi piace in questo “piccolo” romanzo, la storia di un dramma famigliare, l’amore per gli animali, il rapporto tra madre e figlia, la separazione, il dolore, l’amore e la vita. Sì, la vita che tutti noi rincorriamo per renderla perfetta e alle volte ci sfugge di mano, ci porta a prendere delle strade sbagliate per poi ritrovare quella giusta.
Non mi sento di dare il massimo dei voti per la mia personale incapacità di comprendere determinate scelte, ma è sicuramente una di quelle storie che rileggerei volentieri.
Eccomi qui, come promesso ieri. 🙂 Devo dire che, da madre, leggendo la trama ho sentito crescere una sorta di disagio e una serie di interrogativi riassumibili nel: ma come si fa a lasciare di punto in bianco le proprie bambine? E poi: cosa può scattare dentro? Così è nata in me la curiosità di conoscere la storia di Norah. Sono felice di constatare che tu hai apprezzato questo libro e anche il precedente, io non conoscevo l’autrice, quindi era una specie di salto nel buio! Un abbraccio
Ciao Stefania, grazie per essere passata. Sono sicura che ti piacerà e che ti lascerà qualche emozione.
Alla prossima,
Lucrezia.