Lo so, sono pessima. Sono una lettrice onnivora e possiedo diversi romanzi di questo autore, ma Central Park è il primo che leggo (insomma, almeno ho recuperato da quello più recente). Sarà merito della copertina che trovo favolosa? O forse perchè ero alla ricerca di un thriller? Non lo so, ma sicuramente darò altre chance a Guillaume Musso e mi catapulterò, molto presto, in altre sue avventure.
Alice si sveglia su una panchina di Central Park e non riesce a ricordarsi niente della notte appena passato. Avete presente il film Una notte da leoni? Ecco, più o meno siamo di fronte alla stessa situazione. Sì, ricorda di aver trascorso una serata con le sue amiche, di aver preso l’auto per tornare a casa e poi il buio. La cosa ancora più strana è l’uomo sconosciuto seduto al suo fianco. Non conosce il suo nome, non l’ha mai visto, ma ha un paio di manette che lo lega a lui. Non può scappare senza il suo aiuto, e non ha più soldi, documenti e telefono per chiamare a casa, al lavoro o pensare di far ritorno. Alice è una poliziotta di Parigi, quindi conosce il pericolo e le bugie, e deve affidarsi unicamente al suo istinto e alle parole dello sconosciuto per dare una spiegazione a quanto successo.
Gabriel, l’uomo al quale è ammanettata, afferma di essere un musicista e l’ultimo suo ricordo risale all’esibizione in un pub di Dublino. Cosa piuttosto insolita, non trovate? Entrambi i nostri personaggi arrivano da due città diverse e si ritrovano a New York. Chi li ha condotti lì?
Chi mente e chi dice la verità? Alice può fidarsi di Gabriel o la porterà lontana dalla verità? O, forse, è più vicina di quanto pensi.
Inizia così un thriller ( forse la parola thriller è un tantino forzata) davvero promettente, ricco di colpi di scena inaspettati, un ritmo incalzante e pieno di adrenalina. Guillaume Musso dimostra abilità e talento, sa cosa vuole raccontare e come lo vuole raccontare. Semina l’intero romanzi di indizi e segreti, come se volesse aiutare il lettore a scoprire da solo la verità. In un momento dove sembra di aver capito tutto, tutto cambia improvvisamente. L’autore ci aveva condotto verso una falsa pista e bisogna crearne una nuova per risolvere questo mistero. I dialoghi non sono mai forzati, brillano di astuzia, non allungano il “brodo”, anzi, ho adorato i botta e risposta tra i due protagonisti. Sono certa che l’autore disponga di un notevole senso dell’umorismo, perchè i suoi personaggi di carta ne hanno da vendere.
Notevole anche l’approfondimento psicologico di Alice, che mette in luce i demoni del suo passato e la rende una donna meno fredda e rigida con se stessa.
Una critica? Il finale. Purtroppo mi ha deluso in parte perchè mi ha ricordato vagamento Shutter Island (L’isola della paura), e quindi non mi ha convinto al 100%. Capisco che siamo di fronte a un thriller e il finale dovrebbe essere imprevedibile, ma forse qualcosa di meno “fantasioso” avrebbe reso il romanzo più godibile e credibile. Resta un mio pensiero che nulla toglie alla piacevolezza di questo romanzo.
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