Dentro soffia il vento non è solo il romanzo vincitore del concorso Neri Pozza sezione giovani, ma anche il terzo romanzo di una persona carinissima che stimo molto, sia come autrice che come donna.
Francesca Diotallevi, classe ’85, è nata con un incredibile dono: quello di saper scrivere BENE e di raccontare delle storie EMOZIONANTI.
Si dice che dove la vita toglie, dall’altra dona… e Francesca ha avuto sicuramente dei periodi non facili, momenti dove, come può succedere a ognuno di noi, non ci sentiamo capiti e tutto sembra nero o bianco. In realtà sono tutti ostacoli per arrivare a qualcosa di più grande: concentrarsi su se stessi e realizzare il proprio sogno. E Francesca Diotallevi ha davvero fatto il botto.
Il suo primo romanzo, Le stanze buie, ha aperto la strada alla sua carriera come scrittrice, facendola conoscere ancora di più ai lettori grazie al romanzo, ispirato alla vera storia di Modigliani, dal titolo Amedeo, je t’aime.
Dentro soffia il vento è una storia che si distacca dalle precedenti e che ho sentito “mia” fin dall’inizio. C’era tanta curiosità e aspettativa verso questo romanzo, sia perchè ha vinto un concorso tanto importante e sia perchè sentivo il bisogno di fare conoscenza con Fiamma, la protagonista della sua nuova storia.
C’era una volta un piccolo paese dal nome Saint Rhémy, quasi cancellato dalla neve e dalla moltitudine di alberi della Valle D’Aosta, con una manciata di abitanti e una spolverata di casette costruite tra i boschi, a ridosso della montagna. C’era una volta Agape, un giovane parroco, che aveva abbandonato Roma per rifugiarsi nella comunità di Saint Rhémy, alla ricerca di se stesso, a confrontarsi con il suo percorso religioso e con la mentalità un po’ chiusa degli abitanti del paese.
C’era una volta Yann, un giovane uomo nato e cresciuto tra le mura di Saint Rhémy, che deve fare i conti con la morte del fratello, con il vuoto che ha lasciato e con una lotta interiore tra testa e cuore. C’era una volta Raphael, partito pieno di speranze a combattere una guerra in cui credeva e mai più tornato… e poi c’era Fiamma, più conosciuta dagli abitanti come “la strega”, amica di Raphael e confinata a vivere in una minuscola casetta in legno mangiata dal freddo e dalle cattiverie della gente.
Però qui la “strega” cattiva non è Fiamma, ma quello che gli occhi si impongono di vedere, quello che la gente si limita a vedere senza andare oltre all’apparenza. Fiamma custodisce un dono tra le sue mani, un dono appartenuto ancor prima a sua madre e ora completamente suo: è capace di conoscere le piante e le erbe e di utilizzarle come rimedi naturali. Tutti si tengono a debita distanza da lei, ma tutti corrono di nascosto a bussare alla sua porta, come dei ladri di fronte a un furto, per chiedere il suo aiuto.
Solo Raphael e Ribes, la sua volpe addomesticata, erano in grado di superare quella barriera di pettegolezzi e di raggiungere la vera Fiamma. Raphael era l’unico vero amico di Fiamma, l’unica persona che si addentrava nel bosco per andare a trovarla e non per sfruttare la sua capacità di creare intrugli.
La vita a volte è spietata e la guerra, molto spesso, non concede seconde possibilità. Fiamma dovrà fare i conti con l’assenza di Raphael, un vuoto che la logora giorno per giorno, ma dovrà fare anche i conti con la presenza di Yann, fratello di Raphael.
Leggere Dentro soffia il vento è stato come l’inizio di un viaggio con uno zaino vuoto e leggero sulla schiena, e riempito strada facendo di piccole cose e di piccole esperienze che ti permettono di rientrare a casa con la consapevolezza di aver affrontato un meraviglioso percorso, passo dopo passo.
L’unica cosa che mi sento di rimproverare a Francesca sono le poche pagine del romanzo: si legge troppo in fretta! Avrei voluto che mi tenesse compagnia per più tempo e dare maggiore spazio alla storia di Fiamma e Yann. Sono due personaggi che hanno detto tanto, ma che sicuramente avevano ancora di più da raccontarci. Forse è stato quello, il trovarmi quasi subito alla fine e con tantissime cose che succedono rapidamente, una dopo l’altra. Questo resta un mio pensiero che comunque non toglie il mio giudizio positivo nei confronti del romanzo.
Da brava amante degli animali, ho adorato l’inserimento della storia di Ribes, la volpe di Raphael e Fiamma, che ha saputo dare quel tocco in più di magia nel romanzo. Si percepisce la delicatezza e la cura nei minimi dettagli, la dolcezza e la precisione della penna di Diotallevi, l’audacia e la padronanza nel saper giocare con le parole, l’intelligenza di intervallare tre voci per arrivare al cuore del lettore.
In Dentro soffia il vento c’è tutto questo e molto di più. Ho divorato gli ultimi capitoli e mi sono innamorata delle parole di Raphael, mi sono sentita vicino al dolore di ogni personaggio, mi sono arrabbiata con loro, ho lottato con loro e ho amato con loro.
Concludo congratulandomi con Francesca e le auguro di non cambiare mai, perchè dentro di lei soffia un vento saturo di cose straordinarie.
WOW. Io ho appena preso il prequel su Amazon e non vedo l’ora di iniziare a leggerlo ^^
Ciao Lucrezia, ho ritrovato il mio pensiero tra le tue parole, un libro che sto amando, e che tu hai trattato con semplicità e cura portando a galla l’essenza di questa storia così affascinante.